Autore Topic: GAUDEMUS IGITUR!  (Letto 9855 volte)

Gerth Dal Pozzo

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GAUDEMUS IGITUR!
« il: 12 Maggio 2009, 05:56:20 pm »
MAGNO GAUDIO NUNTIO VOBIS MAXIMUM MAGNA CUM LAUDE LAUREATUM DOCTOREM FRANCISCUM LODAT!!!!!!!


IN ALTO I VOSTRI CUORI, ZAKNAFINI!!!!! ALFINE SI CINGE D'ALLOR L'AUGUSTA TECA DEL SOMMO CEREBRO DEL NOSTRO FIERO E MASNADIERO CONDOTTIERO DALL'OLFATTIVO PROTUBERANTE CIMIERO!!!!

Ebbene sì, Zaknamici!! Dopo aver solcato in lungo e in largo il procelloso mare del Sapere Umanistico, il nostro nasuto navigatore solitario approda con spericolata manovra nella Terra dei Dottori! Odisseo Laertide non fè ritorno alla petrosa Itaca con minor palpito e sconquassi!!!

La cronaca del fatto:

siamo nella Roma neo-cesaro-papista dell'anno di grazia 2009;

l'azione procede all'interno delle fornaci, pardon, delle sale professori della Terza Università della città che del monno è la capoccia.
Caldo. Caldo Torrido. Le nostre gole bruciano, i nostri cuori palpitano, le nostre ascelle piangono, commosse dal tepore infernale, e vieppiù dalla tensione palpitante, resa poliglotta e matura e resistente anche alle Spade laser dal procedere del Tempo.
Nonostante la calura  siamo saldi come pugno chiuso, esorcizzando l'emozione, impipandocene del tragicomico operato del signor Celsius e di mister Farenheit.

Laggiù, in fondo al corridoio, mistico e solitario si staglia il Laureando, scevro ancor di Mississ Robinson (per quanto........ah!, i pastelli senza le tinte!!), il corpo possente paludato sotto un completo gessato sui toni del blu che definisce e rifinisce l'alta e scarna figura; il passo felino, il fare dinoccolato del Dottorabile mascherano con fatica i sensi ed i pensieri che si fanno emozione, lirismo, fors'anche strizza....

si sta, come d'estate nel forno le pagnotte (parafrasando il poeta, e comunque senza dover scomodare l'ostetrica), atti ad aspettar tacendo e a tacendo strippare.

l'attesa ci regala l'illusione di trovarci sugli spalti del proverbiale Forte, ad aspettare l'orda tartara, ma è un miraggio perchè alfine.... la squilla!! E' l'ora! E' la chiamata!!

Andiamo

si entra nella sala, e la ruganza zaknafina se ne sta, immota, cedendo il passo al senso della sacralità del momento, e all'emozione partecipe e affettiva.

Vaga lo sguardo sulla congerie di inclite menti che costellano gli scranni della commissione, e appena un'ombra doverosa di sorriso sottolinea la pur considerevole ruvidezza delle fattezze di coloro.

Con silenzio ci installiamo nel locale, e subito con l'orbite cerchiamo il Candidato, che non tarda a palesarsi: e' lì, solo, non già al timone del provebialmente letterario Praho della Malesia, bensì incastonato nel più improbabile dei tavolinetti bonsai con complicazioni di origami, atto, negli esiti se pur non negli intenti, a rinverdire i fasti della gogna oppur della berlina.

Non cale! il nostro non tarda ad acconciar le membra in modo consonante con il comodo fluir del proprio eloquio, individuo nella sua individualità, avulso e nel contempo giustapposto ai due mondi che ne osservano l'epifania: il consesso cattedratico e quello degli affetti

Orbene, si procede. Ci mostra sua favella l'augusto Presidente, correlatore e gran docente, con fare sì eloquente. In Arno ebbe i natali, quest'ottimo studioso, talchè l'esser verboso è tra i tratti proverbiali....

Si comincia! dallo scranno dottorale il Presidente dà lettura agli astanti professori (o per lo meno a quelli ancora senzienti) della relazione prodotta dall'ineffabile docentessa franco-francese Corinne Bonnet, presente solo in spirito.
 Costei nel documento mirabilmente descrive l'atto e la potenza dello Studioso Doctor Frà; la minaccia trasversalmente rivolta ai compresenti, rispetto all'ipotesi che possano intraversarsi nella fastosa ascesa del nostro, è palpabile e trasuda da ogni riga del prezioso documento...

In quella, primo colpo di scena! Il Facondo Presidente ci mette del suo, lanciandosi in un contro-magnificat del lavoro passato, presente e prospettico del Lodà: magnifico!Financo la tesi risulta essere autoinstallante!
Scorre manifesto l'orgoglio zaknafino!!

Alfine, dopo tutto, concede il Professore la favella al presunto esaminando.

Apoteosi: rispetto e considerazione per la figura alta del cattedratico toscano mi pervadono tuttora, ma mi concedo la venia di ribadire che l'entrata in scena del Dottore conferiva all'evento la spinta del più alto dei salti di qualità!

Scavalcato di buona lena il primo minuto di ventriloquio in apnea (con respirazione, secondo i più, dalle palpebre), il Frà con vece assidua e rapido gesto si produce in una serie inesorabile di affermazioni ed argomentazioni che si inseriscono nelle intoripidite consapevolezze dei docenti sfruttando ogni finestra di tempo e misura, che dipendedaquantobasta.

Nel frattmpo, con l'altra mano, il Frà seduce a più riprese tutte le professoresse che ancora sono sveglie, e, di rimbalzo, un paio di bidelle di passaggio; pregevolissimo il menage con la più anziana, che al minuto 27 entra addirittura in risonanza corporea con Françuano di Berlodac, tanto da far sospettare che, ove mai egli si fosse portato anche un piede alla bocca, subito lei avrebbe fatto altrettanto!!

Sbragliata è ormai la sbirraglia professorale, quand'ecco, in cauda venenum, un colpo di reni del docente maximo, il quale, annichilito sul piano della Gnosis, tenta con mossa presunta astuta la carta del gossip.
Avviene che attorno all'autore che ha avuto l'onore e la ventura di essere trattato da François, nei calienti anni '80 si fosse creata una querelle di ordine metodologico, successivamente elaborata da altri in una contrapposizione politico-ideolgica; il magnifico correlatore tenta il doppio passo chiedendo al nostro contezza dell'episodio affatto collaterale rispetto alla main stream della Tesi, e chiedendo altresì cosa lui ne pensasse.

Con baffo sogghignante assistiamo a ciò che per noi non è notizia, e per coloro fu rivelazione: al solo sentir nominare la parola "polemica" il Frà si trasforma in una versione universitaria di Gengis Khan (il Dottor Khan, i presume...), sciorina una profondissima consapevolezza circa il pur turpe episodio, eppoi, non pago, ne stigmatizza l'ininfluenza e la trivialità rispetto all'analisi da lui condota sull'autore: il tutto è accompagnato da un'eco soffusa che fa più o meno così: "macchecchacchio di domanda m'hai fatto, Banana?! Stai buono lì o ti faccio sentire la quaglia cantare!"

E' il trionfo!! dagli spalti la folla in delirio getta sul Campeon reggiseni all'uopo acquistati

Rapidi e solleciti, realizziamo l'esodo dalla stanza

Il corridoio, in gemellaggio ideale con la Death Valley e con la Piana di Sibari, assiste indifferente al primo profluvio di estatiche ed accaldate effusioni reciproche.
Siamo ormai al climax dell'autocompiacimento, quando le porte si spalancano, e ci risucchiano come un maelstrom: è il verdetto!!

Attoniti, emozionati, colmi di aspettativa, ci scopriamo incapaci di sederci, e si forma un capannello attorno al trionfatore.

Con voce e fare sepolcrale il Faraone declama, lento e inesorabile, il fatidico numero: c-e-n-t-o-d-i-e-c-i-i-i-i-h-h...eppoi......una pausa!!! un'improvvida cesura, un buco nero riempito di parole che nessuno intende, nessuno capisce, nessuno vuole.....il gelo e la sospensione dello spazio e del tempo ci attanagliano e già puoi vedere il Giamba raggiunger quello stato che credibilmente approssima la trasformazione di Hulk, quando.....

LODE!!!!!!!!

Eccola, la mirabile paroletta con la quale l'eloquio del toscanissimo cabra, stramba e riprende la giusta rotta, naturalmente all'ultimo istante possibile (chedipendedaquantobasta)!!!

come eruzione spinta in fuori dalle forze profonde della Madre Terra sgorga dai presenti l'applauso festante, che copre col suo fragore i complimenti e i saluti finali di circostanza.

Il resto, come è l'uso, è festino, cuccagna e crapula libante!

Gioite buona gente, chè da oggi si può dire all'insegnante:....Venga Dottò!!!

per cui.. SIA LODE A LODA', E SEMPRE SIA LODA'!!!!!!!


"Se aggiungi il poco al poco, ma fai questo sovente, il poco diventerà molto"